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Dislessia E DSA: Definizione, Cause, Sintomi E Trattamento

Dislessia e DSA: Definizione, cause, sintomi e trattamento

 

Dislessia e DSA: Definizione, cause, sintomi e trattamento

C.P.S. Guardiagrele
Dott. Matteo Franchino

 

DEFINIZIONE

La dislessia è una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica.

Conseguenze secondarie possono includere problemi di comprensione nella lettura del testo scritto e una ridotta crescita del vocabolario e della conoscenza generale, conseguente ad una ridotta pratica nella lettura. Riteniamo importante iniziare a riferirci alla dislessia come ad una neurodiversità, ovvero come ad uno sviluppo neurologico atipico, che rappresenta però una manifestazione delle normali variazioni nello sviluppo umano.

Possiamo facilmente asserire che tutti siamo diversi, o neurodiversi. Questa neurodiversità in alcune culture e società può determinare una disabilità ed in altre no. Quindi, una neurodiversità non determina una disabilità di per sé, ma solo ed esclusivamente all’interno della società in cui si manifesta. Se ci pensiamo, la dislessia in una cultura orale resterebbe una neurodiversità, ma non rappresenterebbe una difficoltà, né un disturbo, né una disabilità, poiché non si manifesterebbe neanche! In questo senso i Disturbi Specifici di Apprendimento rientrano nelle differenze individuali tipiche della neurodiversità umana, secondo cui ogni individuo si comporta in modo differente dagli altri.

Conseguenza più importante di questa considerazione è quella di darci la possibilità di respingere l’idea che le differenze nell’apprendimento di lettura, scrittura e calcolo siano necessariamente disfunzionali e da correggere, ma piuttosto che, in quanto espressione della neurodiversità dell’individuo, siano da riconoscere e rispettare.

CAUSE

In questi ultimi anni sono state intraprese diverse ricerche, a livello nazionale ed internazionale, che riconoscono l’origine neurobiologica del disturbo, che a sua volta determina una diversa modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Inoltre sono in atto studi per valutare la componente ereditaria e genetica del disturbo. Al momento, i rischi di ricorrenza per la dislessia variano dal 9% al 78%, a seconda delle ricerche considerate (PARCC., 2011).

Dal punto di vista funzionale, una delle teorie più accreditate ritiene che la dislessia sia causata da un deficit di processamento fonologico. Il fonema è la più piccola unità di suono nella parola. Per leggere occorre avere la capacità di associare velocemente le lettere, che rappresentano i fonemi, con i corrispondenti suoni orali.

Gran parte degli autori riconoscono la competenza metafonologica, cioè la capacità di percepire e riconoscere i fonemi che compongono le parole, come uno dei requisiti necessari per l’apprendimento della lingua scritta. Questa competenza, questa consapevolezza, aiuta il bambino a scoprire come trattare la parola orale per darle una veste scritta. Per accedere al codice scritto il bambino, infatti, deve riflettere su:

• quanti sono gli elementi all’interno della parola,
• quali sono gli elementi all’interno della parola,
• l’ordine sequenziale in cui sono posti,
• come si rappresentano.

Infine, dato che il processo di lettura si alimenta di informazioni visuopercettive, anche gli aspetti legati a possibili disturbi nei processi visivi possono avere un ruolo nel determinare la dislessia.

DISLESSIA E DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

La Dislessia fa parte dei Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA). La principale caratteristica di questo disturbo è la “specificità”, intesa come un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

In particolare i DSA sono:

Essendo la Dislessia il disturbo maggiormente diffuso e quindi conosciuto nel linguaggio quotidiano, spesso si utilizza il termine Dislessia per indicare genericamente anche gli altri DSA.

Le principali caratteristiche dei DSA sono:

• inattese e importanti difficoltà nella letto-scrittura e/o nei numeri e nel calcolo;
• difficoltà nella consapevolezza fonologica (difficoltà nel riconoscere quanti, quali e in che ordine sono i suoni di una parola);
• lentezza nell’automatizzazione di diverse abilità.

Alcuni bambini con DSA possono anche avere difficoltà di coordinazione, di motricità fine, nelle abilità di organizzazione e di sequenza, difficoltà nell’acquisizione delle sequenze temporali (ore, giorni, stagioni, ecc.).

TRATTAMENTO RIABILITATIVO DEI DSA PRESSO IL CENTRO PSICOLOGICO SPECIALISTICO DI GUARDIAGRELE

A fronte di un forte sospetto di DSA (prima della fine della seconda primaria) o a fronte di una diagnosi di dislessia, occorre mettere in atto tutte le procedure utili a ridurre le difficoltà riscontrate.

È importante chiarire che il trattamento agisce sulle conseguenze, sugli effetti del disturbo, non sulle sue cause, per cui il disturbo non scompare per quanto gli interventi su lettura, ortografia e calcolo determinino un miglioramento delle prestazioni almeno nel breve termine. Come abbiamo già detto, la dislessia è una caratteristica personale e non una malattia da cui si può guarire. Avere questo ben chiaro, ci aiuta a non avere aspettative troppo elevate sull’intervento e sul trattamento che verranno attuati.

Vediamo alcuni punti fermi riguardo la riabilitazione presso il C.P.S. Guardiagrele.

LA RIABILITAZIONE DEI DSA È:

dominio-specifica, quindi il riabilitatore interviene sugli ambiti specifici della difficoltà. ovvero lavorerà sulla lettura, e se necessario sul linguaggio in quanto suo prerequisito, per la dislessia. Per la disortografia interverrà sulla scrittura, e se necessario sul linguaggio in quanto suo prerequisito. Per la disgrafia lavorerà sull’ortografia e se necessario sulla motricità fine in quanto suo prerequisito. Per la discalculia lavorerà sul sistema del calcolo e dei numeri e, quando necessario, sulla memoria a breve termine e sulle abilità visuo-spaziali in quanto suoi prerequisiti.

intensiva, ovvero richiede un trattamento di 2-3 volte a settimana, meglio se incrementato con ulteriori esercitazioni da fare a casa tutti i giorni per poco tempo al giorno.

•  Prolungata, si tratta di cicli ripetuti di almeno 6/12 mesi di trattamento, da realizzare ambulatorialmente e/o a domicilio.

Effettuata da specialisti sanitari, nel caso specifico: psicologi esperti nella riabilitazione neuropsicologica.

Il trattamento deve essere iniziato quanto più precocemente possibile, ovvero al momento della diagnosi di DSA (dalla fine della seconda classe primaria per dislessia, disortografia e disgrafia; dalla fine della terza classe primaria per la discalculia), o nel momento in cui si ponga un forte “rischio” di disturbo (precedentemente alle classi citate), sempre tenendo conto del profilo scaturito dalla diagnosi e seguendo le indicazioni in essa riportate.

Il trattamento è parte di un progetto di “presa in carico” e deve essere condiviso tra la famiglia, il bambino e gli operatori sanitari coinvolti. Il trattamento si deve basare su un modello chiaro e su evidenze scientifiche e va regolato sulla base dell’effettiva efficacia dimostrabile.

Si ritiene che un trattamento sia efficace quando migliora l’evoluzione di un processo più della sua evoluzione naturale; in altre parole, un trattamento per la dislessia è efficace se migliora la correttezza ed i tempi di lettura più di quanto queste sarebbero migliorate naturalmente con lo sviluppo e con la normale attività didattica.

 

Dott. Matteo Franchino

 

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